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Lo stile brutalista che ha segnato una nuova visione architettonica negli anni cinquanta, ha recentemente riacquistato il fascino di un tempo, tornando ad essere il protagonista di molti progetti contemporanei.

La tendenza di quegli anni era quella di utilizzare il cemento per le costruzioni edilizie di grandi dimensioni per via del vantaggioso costo della materia e della sua abbondanza, infatti si trattava del secondo materiale più consumato al mondo, dopo l’acqua.

Dieci anni dopo, lo stile brutalista divenne un movimento internazionale in continua ascesa e quelle che in passato erano le piccole realtà locali con paesaggi modesti, scanditi dalla routine quotidiana delle persone, si trasformarono in città moderne con robusti grattacieli di cemento alleggeriti da luccicanti vetrate. Queste strutture in cemento non hanno subito raggiunto il gusto di tutti, in quanto rappresentavano una forte rottura nel panorama dell’architettura moderna, diventando dei simboli da odiare, che andavano in contrasto con i luoghi storici.

Con il passare del tempo, l’accettazione visiva del brutalismo ha avuto il sopravvento e la loro imponente presenza è riuscita a far innamorare molta gente. Questi giganti senza tempo e con una certa sterilità monocromatica non solo all’esterno, ma anche all’interno, sono ora dei tesori architettonici da preservare e lo sfondo ideale per lo sviluppo di progetti artistici in stile minimal, in grado di far risaltare l’essenza e la concezione artistica delle opere o delle installazioni in esposizione.